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Channel: Senza Bussola » bandi

La neve d'agosto

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Sono costretto a tediare i lettori di "Senza bussola" su un argomento che sta diventando, mio malgrado, il filo conduttore di questo blog, quello degli appalti. Succede che l'assessore comunale Luca Rizzo Nervo ammetta di non sapere se si fa ancora in tempo a bandire una gara d'appalto per il servizio neve. Una confessione che arriva dopo le polemiche sui costi stratosferici della pulizia delle strade,  dopo l'ultima nevicata,  affidata senza gara a un consorzio che vede le coop andare a braccetto con tutti i più noti costruttori bolognesi. Ora, a meno che non ci sia neve anche in agosto, il tempo forse ci sarebbe, e se non c'e' vien da dire che bisognava pensarci prima. O le parole di Rizzo Nervo confermano  l'incapacità dell'amministrazione di gestire i bandi (e ci sono responsabilità anche tra i dirigenti), oppure si preferisce l'affidamento diretto che evita seccature quali la trasparenza e la concorrenza, a proposito di liberalizzazioni. Basta dirlo.



Una transenna ci seppellirà

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Le transenne in via Libia

Le transenne in via Libia

Il senso della resa nelle parole dell'assessore Riccardo Malagoli è per certi versi la parabola di questa città, non più in grado di curarsi del centro storico. Il  contenzioso per l'appalto Civis è solo una parte del problema. Malagoli spiega infatti che non ripareranno le vie Ugo Bassi, Rizzoli e Strada Maggiore fino a quando non sarà sciolto il nodo del tram su gomma che da lì dovrebbe passare. Insomma si aspetta il Civis per rifare il manto stradale. Auguri...

Siamo ormai abituati, a proposito di buche e manutenzione carente, a schivare transenne che spuntano nella notte un po' ovunque, non solo nelle strade del Civis, ma anche a ridosso del centro. L'immagine che riporto è stata scattata questa mattina da Eikon Studio (ma la situazione è così da almeno un paio di giorni). Il "minicantiere" su via Libia, a ridosso di un incrocio tra i più trafficati, su via Massarenti, e il passaggio a livello della ferrovia, è il simbolo della rinuncia dei Lavori pubblici a intervenire e di un Global service (per manutenzione stradale) che non riesce a garantire tempi certi. Certo, non si tratta di un caso da prima pagina, ma è una fotografia che ben illustra una situazione più generale.

Ronchi e i cari Toponi di Stalin

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Questa e' la storia dei Toponi stampati  sul condominio Acer di via Pier De' Crescenzi che tante proteste stanno suscitando tra i residenti indignati per l'accostamento e pronti a lanciare petizioni per imbiancare i muri. Se i Toponi li avesse fatti qualche writer innominato in piazza Verdi sarebbero piovute multe, ma queste son "opere d'arte"' difese dalla giunta perché parte di un progetto culturale i cui costi sono contestati dal Pdl. Anche in questo caso, come nella querelle sui "tromboni" di Piazza Verdi, l'assessore alla Cultura Alberto Ronchi e' una garanzia, una macchina da titoli per i giornali.
Dice: "Non vedo dove sta lo scandalo, i progetti culturali non si realizzano sentendo 17 persone". Poi il siluro al centrodestra che contesta il progetto. Ancora Ronchi: "Mi meraviglio che questo arrivi dai banchi del centrodestra, ma forse l'illuminazione liberale vale solo per le televisioni. Io il Minculpop non lo faccio, non mi metto a discutere con gli artisti cosa fanno e cosa non fanno. Non siamo nella Russia di Stalin, a dire che cos'era arte e non arte, cos'era educativo per il popolo o no erano Mussolini, Hitler e Stalin, i regimi totalitari". E infine la replica al berlusconiano Lorenzo Tomassini sui costi dei murales.
100mila euro citati, obietta Ronchi,  sono il "costo complessivo presunto" del progetto e il Comune ne ha messi 20.000. "La invito a smetterla - conclude Ronchi - lavori invece di leggere il giornale e di farmi le interpellanze". Tomassini promette querele, ma a parte fiume-in-piena Ronchi, a voi i Toponi piacciono? Personalmente in tempi di spending review avrei evitato e pazienza se passo per essere stalinista per colpa di qualche Topone dipinto sui muri. Continuo a preferire, con risorse calanti, la manutenzione ordinaria.

Terremerse, troppa fretta

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E' interessante conoscere il parere dell'ex capo di gabinetto della Regione, Bruno Solaroli, a proposito dell'inchiesta sulla coop Terremerse che coinvolge il presidente Vasco Errani, per il quale la procura ha chiesto il rinvio a giudizio (accusa di falso ideologico).

Va ricordato che tutto nasce dal finanziamento regionale di un milione di euro alla coop di Imola presieduta all'epoca dal fratello del governatore. Solaroli, fedelissimo di Errani, intervistato su Repubblica dal collega Luigi Spezia, ammette che "Vasco ha fatto troppo presto, se stava ad aspettare non succedeva niente, conosciamo tutti Errani, non sta fermo, è sempre teso, soprattutto quando si tratta di dimostrare la sua onestà, di far vedere la regolarità delle sue azioni amministrative. Sono solidale con lui". Insomma per Solaroli  il governatore paga l'aver portato in procura una relazione a sua difesa sul caso Terremerse, preparata dalla dirigente degli Affari istituzionali Filomena Terzini, per la quale oggi invece è chiamato a rispondere. Ancora Solaroli, che in passato aveva parlato di un "pasticcio": "Errani nulla sapeva di quella relazione che si prestava ad equivoci".  La tesi di Solaroli è suggestiva, è lascia spazio alla domanda: se il presidente della Regione Emilia Romagna non si fosse presentato spontaneamente (e troppo in fretta) in procura, oggi sarebbe fuori dal processo?

Piano strategico e partecipazione

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Sappiamo per ora che il piano strategico è fin qui costato 350 mila euro (cifra destinata ad aumentare) e sappiamo che, grazie all'intervento su Repubblica del presidente del comitato scientifico Daniele Donati,  il silenzio sulle scelte è stato dettato soltanto dal rispetto dell'istruttoria in corso. Ma questo piano che coinvolge istituzioni, associazioni, università e una miriade di altri soggetti non è solo il banco di prova per conoscere finalmente la città che verrà, ma soprattutto un test sulla partecipazione e sulla trasparenza. Altrimenti il rischio è che si arrivi a un lungo elenco della spesa calato dall'altro, senza soldi da spendere. L'impegno delle istituzioni non è in discussione, ma non si perda di vista la necessità di portare questo modello di pianificazione nei luoghi dove sia realmente possibile un confronto aperto con i cittadini. In caso contrario sarebbe una occasione sprecata.

Il PalaDoccia

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Strano è il destino del glorioso PalaDozza, che ha vissuto le stagioni d’oro di Basket City, ha conosciuto comizi, eventi, spettacoli. Oggi simbolo di una città che fa acqua da tutte le parti. Teatro di un fallimento, quello della gestione ai privati, che è un po’ il paradigma dell’impasse dell’amministrazione pubblica ogni volta che cerca partner per scaricare costi promettendo una qualità che mai verrà. In questo caso forse, anzi certo, per colpa di Sacrati e dei famigerati 6 milioni rimasti in sospeso. Ma un Comune che abbia a cuore la sua arena non dovrebbe lasciarla affondare nelle sabbie mobili dell’incuria, affogare per un temporale autunnale. Salvo poi fare bandi su bandi, in attesa di un imprenditore che, a queste condizioni, difficilmente si presenterà.

Lo spread del People mover

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Ma che succede? Da anni assistiamo al balletto di progetti, piani finanziari, polemiche sul People mover che (forse) verrà. Non sappiamo ancora quando saliremo sul trenino monorotaia, tuttavia - e questo è un record - il biglietto è già rincarato più volte e ora potrebbe passare da 7 a 7,5 euro. Insomma,  più il tempo passa e più i passeggeri pagheranno. È la penitenza del viaggiatore...

Un miliardo di pensiline

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Un miliardo di euro in quattro anni. È questa l'agenda degli investimenti che ha in mente Virginio Merola che così tenta di dare un senso al nebuloso piano strategico. È una promessa impegnativa che fino a prova contraria abbiamo il dovere di prendere sul serio. Anche se arriva nel bel mezzo di una campagna elettorale dove non mancano gli annunci ad effetto, anche se arriva nel pieno delle polemiche sui tagli del governo centrale, anche se mischia cifre certe a previsioni di finanziamenti, fondi pubblici e, si spera, il sostegno dei privati. Un miliardo in quattro anni vuol dire per il sistema Bologna 250 milioni all'anno. Per grandi opere, infrastrutture, manutenzione, sostegno al lavoro. Oggi gli investimenti sono praticamente azzerati, staremo a vedere. I sindacati al momento sono cauti, il presidente della Fiera Duccio Campagnoli mette in guardia dal pericolo di sprofondare nelle sabbie mobili delle chiacchiere. Il presidente della Granarolo Gianpiero Calzolari usa un suo personalissimo, ma azzeccato, metodo per valutare l'eventuale impatto dell'agenda Merola: "Ci vuole più tempo in questa città a fare una pensilina che in Francia ad acquisire un'azienda". La sintesi perfetta di quel che (non) dovrebbe fare un piano davvero strategico...


Ora e sempre auto blu

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Nonostante l'attuale momento politico ed economico imponga spending review e maggiore prudenza, alle auto blu non si rinuncia. L'agenzia Intercenter, la poderosa macchina da appalti della Regione, ha messo a gara per un importo base di 2,8 milioni di euro (Iva esclusa) l'affidamento del servizio di noleggio auto con conducente per il trasporto di amministratori della Regione, di enti locali e di aziende sanitarie. Validità della convenzione 12 mesi eventualmente rinnovabili per altri 12. I Comuni che potranno godere del servizio sono: Bologna, Anzola Emilia, Calderara, Casalecchio, Castelmaggiore, Castenaso, Granarolo, Ozzano, Pianoro, Sasso Marconi, San Lazzaro, Zola Predosa, Parma, Piacenza, Reggio, Modena, Forlì, Cesena, Ferrara, Ravenna, Rimini. Il taglio dei costi colpisce tutti i settori della pubblica amministrazione, sindaci e assessori devono poter spostarsi per lo svolgimento dei loro compiti istituzionali, si tratta solo di stabilire la modica quantità...





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